Articolo di Ilaria Falchi
Ognuno di noi lascia le sue impronte al suo passaggio, sulla terra, sugli oggetti, ma anche sulle persone che incontriamo sulla nostra strada. Le impronte sono uniche. Noi siamo abituati a riconoscere quelle lasciate dagli animali, ma non a cogliere i segni lasciati da noi stessi o dall’altro nella relazione. Il nostro modo di comunicare con l’altro, le parole che scegliamo di usare, ciò che proviamo e come lo esprimiamo, i comportamenti che decidiamo di attuare sono tutte “impronte” che lasciamo sulla relazione.
L’obiettivo del progetto nella Casa Circondariale della nostra città è stato proprio quello di favorire il benessere psicologico dei partecipanti attraverso l’acquisizione e il potenziamento di competenze emotive e sociali, in particolare l’empatia, la condivisione e la collaborazione all’interno del gruppo.
Ad aiutarci in questo percorso sono state Disney, una labrador miele, e la sua coadiutrice. Disney, con il suo carattere vivace, ma sempre attenta all’altro e capace di una forte empatia, ha aiutato i partecipanti a guardarsi dentro e ci ha accompagnati in uno scambio di emozioni e competenze rispettoso di ogni individualità.
I partecipanti che hanno aderito al progetto, 14 detenuti maschi, si sono impegnati nelle diverse attività con interesse, curiosità, ironia e creatività. Hanno collaborato sperimentandosi in nuovi compiti e mettendo in condivisione stati di sé che spesso non hanno possibilità di espressione all’interno della cella del carcere.
Abbiamo scoperto che ad alcuni piaceva cucinare, ad altri disegnare, ad altri ancora cantare. Abbiamo appreso inoltre che molti di loro avevano un cane a casa che non vedevano da tanto tempo, ci hanno portato le loro foto e le hanno condivise con tutto il gruppo, mentre gli occhi si bagnavano di lacrime. In carcere non possono entrare gli animali a far visita ai carcerati, nonostante abbiano chiesto che gli si concedesse il permesso, non è consentito.
I partecipanti hanno lasciato fluire libere le proprie emozioni durante le attività mostrandosi empatici e accoglienti. Hanno lasciato le loro impronte sui cartelloni, sulle foto, sulle conoscenze, ma soprattutto sui ricordi. Ricordi che andranno a conservare nel proprio bagaglio di buone esperienze e che potranno recuperare nel momento in cui avranno bisogno di un’immagine positiva di sé e dell’altro.